Possibile che in questa città non si riesca ad intervenire per mettere in sicurezza circa 10 chilometri di costa (dalla Sciaia ad Apani), effettuare un progetto di recupero (allargamento delle strade, parcheggi, aree di servizio, pista ciclabile, marciapiedi, aree da destinare ad eventi e mercati ecc my response. lungo la costa? E quindi riuscire a favorirne uno sviluppo?
Ricordiamo intanto alla nostra classe dirigente (politica, tecnico-istituzionale) che province vicine sono riuscite a mettere in sicurezza centinaia di chilometri di costa creando uno sviluppo davvero incredibile in quelle zone.
Crediamo che sia giunto il momento di dare un grosso impulso alle attività già in essere di messa in sicurezza della costa ma contemporaneamente occorre cercare con urgenza le risorse umane (sì, umane!) progettuali ed economiche per far in modo che in quella parte di costa si possa creare un circolo virtuoso di attrazioni, non solo per i brindisini – spesso costretti a spostarsi in altre province – ma anche per i turisti.
Brindisi non ha uno strumento urbanistico ormai da oltre trent’anni. Nel 2008 un cittadino, ricorrendo al TAR per un sopruso da parte dell’Amministrazione, non solo vinse il ricorso ed il TAR obbligò il Comune di Brindisi a procedere alla redazione del PUG ma contemporaneamente la Regione diffidò il Comune a ritipizzare alcune zone e quindi mettere mani al PUG.
E’ storia vissuta, ma veniamo alla cronaca: sono tre anni che i rappresentanti delle istituzioni nel parlare del PUG chiedono categoricamente la sua approvazione, ma perché allora è stato esonerato il responsabile del progetto con un allungamento dei tempi? I motivi di tutto quanto accaduto negli ultimi sei mesi non sono facilmente comprensibili: sarebbe di conseguenza opportuno che tutte le parti in campo spiegassero i motivi della revoca dell’incarico e se questa Amministrazione intenda veramente arrivare alla soluzione definitiva del problema, nell’interesse della città.
Pubblicato su Agenda Brindisi del 11 Settembre 2015